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    Regolamenti Formativi
    lo scopo dei corsi organizzati dal LIRPA è quello di impartire una formazione professionale idonea all’esercizio dell’attività psicoterapeutica, individuale e/o di gruppo, secondo l’indirizzo metodologico e teorico culturale della psicologia analitica di C.G. Jung, integrato dai contributi scientifici delle neuroscienze.
    lo scopo dei corsi organizzati dal LIRPA è quello di impartire una formazione professionale idonea all’esercizio dell’attività psicoterapeutica secondo l’indirizzo metodologico e teorico culturale della psicologia analitica di C.G. Jung, integrato dai contributi scientifici delle neuroscienze.
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  • Psicologia analiticaPsicologia analitica

    La Psicologia Analitica di Jung
    Gentile visitatore, questo sito ti apre alcune finestre su un orizzonte culturale, tecnico-professionale, e didattico che e' orientato sia allo sviluppo di ricerche nella Psicologia del Profondo secondo l'ottica Junghiana sia alla divulgazione della Psicologia Analitica quale disciplina psicoterapeutica di cura delle “malattie dell'anima”.
    La Psicologia Analitica di Jung
    Gentile visitatore, questo sito ti apre alcune finestre su un orizzonte culturale, tecnico-professionale, e didattico che e' orientato sia allo sviluppo di ricerche nella Psicologia del Profondo secondo l'ottica Junghiana sia alla divulgazione della Psicologia Analitica quale disciplina psicoterapeutica di cura delle “malattie dell'anima”.
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  • La ScuolaLa Scuola

    Il Laboratorio Italiano di Ricerca in Psicologia Analitica è una scuola riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

    La Scuola ha scelto di dare la massima priorità formativa alla costruzione dell’assetto analitico e alla realizzazione della personalità conscia ed inconscia dell’allievo.
    Il Laboratorio Italiano di Ricerca in Psicologia Analitica è una scuola riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
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La Psicologia Analitica

Gentile visitatore,
questo sito del Laboratorio Italiano di Ricerche in Psicologia Analitica (LIRPA) ti apre alcune finestre su un orizzonte culturale, tecnico professionale e didattico che da un lato è orientato allo sviluppo di ricerche nell'ambito della Psicologia del Profondo secondo l'ottica Junghiana, e dall'altro lato ha il fine di divulgare e diffondere la Psicologia Analitica come disciplina psicoterapeutica di cura delle "malattie dell'anima".

Se non sei né un esperto né un professionista impegnato nell'ambito della psicoterapia, ma un visitatore animato esclusivamente da interessi culturali, navigando all'interno del sito potrai acquisire le informazioni necessarie affinché tu possa farti quantomeno un'idea del contesto teorico-culturale in cui viene a collocarsi appunto la Psicologia Analitica. Abbiamo a suo tempo fondato questo nostro Laboratorio di Ricerche con l'intento di sviluppare tutte le potenzialità culturali e tecnico professionali rintracciabili nelle opere di Carl Gustav Jung. A partire dalla nascita nell'ottocento della psicoanalisi, ad opera del suo fondatore Sigmund Freud, Jung elabora il concetto di base della Psicologia Analitica ossia l'archetipo, termine che l'autore intende nella seguente accezione: categoria a priori di esperienza e di conoscenza. Jung individua alcuni archetipi come capisaldi della strutturazione della vita psichica dell'individuo: gli archetipi del padre, della madre, dell'Ombra (il male dentro di noi), della Persona (i ruoli-maschere che indossiamo nei rapporti con gli altri), dell'Anima (le nostre attitudini emotivo-sentimentali), dell'Animus (le nostre capacità di teorizzazione cognitiva e di azione nel mondo), del Sé. Quest'ultimo, il Sé, rappresenta di fatto l'archetipo degli archetipi per la sua funzione di centro ordinatore e organizzatore delle relazioni tra tutti gli altri archetipi, ai fini di una strutturazione integrata della personalità umana nella sua dimensione conscia ed inconscia. La concezione della psiche di Jung ha un colorito fortemente antropologico che affonda le sue radici fin dentro il terreno della dimensione naturalistica dell'essere umano e che si sviluppa in alto verso la dimensione religioso-metafisica. Per quanto concerne l'aspetto naturalistico abbiamo rilevato che le scoperte della neuropsicologia split-brain a datare dagli anni 50 del secolo 20º hanno confermato e dato valore scientifico a molti principi di base del pensiero di Jung, e della psicologia dinamica più in generale, per cui abbiamo elaborato una visione della psicologia analitica che comprende, appunto, tutti i dati provenienti dalle scoperte della neuropsicologia split-brain sul rapporto mente-cervello.
Per quanto concerne invece la dimensione antropologica, che per noi si realizza soprattutto professionalmente nell'esperienza psicoterapeutica clinica e umanamente nei rapporti affettivi con gli altri, abbiamo individuato delle forti assonanze tra il pensiero metodologico-clinico della psicoterapia comunicativa di Roberto Langs e la concezione fortemente relazionale della psicoterapia nell'ottica junghiana. Langs ha fornito una chiave di lettura del rapporto tra gli esseri umani, che riguarda l'aspetto sia conscio che inconscio della comunicazione interpersonale. Tale chiave di lettura può essere utilizzata in tutte le modalità tecniche psicoterapeutiche della psicologia analitica, come analisi dei sogni, amplificazione, associazioni circolari, gioco della sabbia. Le capacità percettivo-cognitive dell'inconscio profondo, individuate simbolicamente da Jung negli occhi dei pesci nel mare (l'inconscio emozionale) e nelle stelle che illuminano il cielo notturno (l'inconscio spirituale), trovano nella metodologia clinica di Langs, che si fonda proprio sulle capacità percettivo-cognitive dell'inconscio profondo dall'autore denominato Mente Emotiva, uno strumento insostituibile per una verifica scientifica della validità degli interventi dello psicoterapeuta in riferimento alle sue interpretazioni, ai suoi silenzi, alla sua gestione delle regole del setting. Proprio il rigore metodologico clinico della psicoterapia comunicativa riesce a promuovere lo sviluppo verticale, e non soltanto orizzontale-esperienziale, dell'animo umano.
Lungo questo percorso, che ha delle assonanze con le discipline ascetiche sia occidentali che orientali, il pensiero di Jung incontra anche il fondamentale contributo di Wilfred Bion, che nelle sue opere traccia addirittura il percorso clinico che va dalla dimensione antropologica dell'uomo a quella spirituale-religiosa, filosoficamente potremmo dire metafisica, facendo riferimento al concetto di reverie, intesa come fattore che fa da ponte tra psiche individuale e, da un lato, le relazioni umane e, dall'altro lato, la dimensione religiosa trascendente. Questi autori della psicologia del profondo, Jung, Bion, Langs, nelle loro elaborazioni teoriche mostrano una forte reciproca influenza in un forma di osmosi intensamente creativa.

Antonio Grassi

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